È un Prometeo che guarda alla Santa Inquisizione e alla crudeltà dei regimi totalitari quello che Claudio Longhi ha messo in scena al Teatro greco con mano leggera ma efficace. Quando, infatti, la grande pedana inclinata di Koolhaas si squarcia in due come un sipario, svela un sinistro corteo di incappucciati, una gabbia-ponteggio da tortura e una lettiga col condannato. E lui, Prometeo, ladro di fuoco, colpevole di generosità, è un rivoluzionario idealista innamorato della giustizia, è un irriducibile che non si spaventa della tortura, è un dissidente che difende il suo gesto contro un dittatore come Zeus, nulla di più di un generale cileno o di qualche altro assassiL’ no della Storia. Ma alla fine il dittatore invia il boia Ermes (Jacopo Venturiero), un giustiziere mascherato che non lascia scampo a profezie e a proclami. Pochi fronzoli, giusto qualche fuoco che si accende sulla passerella, ma lo spettacolo è ben orchestrato e ben recitato. Massimo Popolizio, chiamato a un ruolo da mattatore (Gassman fu un Prometeo epico nel ‘ 54), fornisce una prova misurata ed efficace: carica i toni senza eccessi e distilla il giusto pathos quando predica il coraggio della ribellione e quando scolpisce la sua fede irosa nei propri principi. Prova difficile anche per Gaia Aprea, interprete di Io, un’ esule sofferente che grida il suo dolore di sventurata. Applausi meritati. È UN “Prometeo” che guarda alla Santa Inquisizione e alla crudeltà dei regimi totalitari quello che Claudio Longhi ha messo in scena al Teatro greco con mano leggera ma efficace. Quando, infatti, la grande pedana inclinata di Kolhaas si squarcia in due come un sipario, svela un sinistro corteo di incappucciati, una gabbia-ponteggio da tortura e una lettiga col condannato. E lui, Prometeo, ladro di fuoco, colpevole di generosità, è un rivoluzionario idealista innamorato della giustizia, è un irriducibile che non si spaventa della tortura, è un dissidente che difende il suo gesto contro un dittatore come Zeus, nulla di più di un generale cileno o di qualche altro assassiL’ no della Storia. Ma alla fine il dittatore invia il boia Ermes (Jacopo Venturiero), un giustiziere mascherato che non lascia scampo a profezie e a proclami. Pochi fronzoli, giusto qualche fuoco che si accende sulla passerella, ma lo spettacolo è ben orchestrato e ben recitato. Massimo Popolizio, chiamato a un ruolo da mattatore (Gassman fu un Prometeo epico nel ‘ 54), fornisce una prova misurata ed efficace: carica i toni senza eccessi e distilla il giusto pathos quando predica il coraggio della ribellione e quando scolpisce la sua fede irosa nei propri principi. Prova difficile anche per Gaia Aprea, interprete di Io, un’ esule sofferente che grida il suo dolore di sventurata. Applausi meritati.
Mario Di Caro, sabato 26 maggio 2012
Repubblica Palermo