
La copertina di Medea. Variazioni sul mito, a cura di Maria Grazia Ciani
Il rapporto che lega i testi classici e il mondo editoriale appare oggi contraddittorio. Sembra sempre più difficile far si che il testo a fronte costituisca un valore aggiunto. Talvolta, soprattutto in Italia, è quasi un atto dovuto ma è sempre più relegato ai margini: spesso anche il carattere grafico che viene utilizzato lo rende ostile alla lettura. Paradossalmente, è qualcosa che c’è per essere ignorato. Viceversa, proprio nelle culle europee della cultura classica il testo a fronte viene abolito tout court. Come spiega questo doppio fenomeno?
In quell’Europa che è stata sede di culto per l’antichità classica – a cominciare dalla Germania e poi la Francia e l’Inghilterra – il testo a fronte è stato eliminato nelle traduzioni dal latino e dal greco, ad eccezioni delle edizioni scientifiche nelle quali al testo originale con apparato critico e commento specialistico viene oggi aggiunta la traduzione a fronte o alla fine del volume. Nella produzione editoriale si possono distinguere, grosso modo, tre tappe:
• solo testo originale con apparato critico (le celebri teubneriane e oxoniensi);
• testo originale e traduzione a fronte, con o senza apparato critico (Belles Lettres in Francia, Loeb in Inghilterra, per citare le più note);
• testo e traduzione a fronte e poi solo traduzione in edizioni divulgative.
Il passaggio è legato alla graduale eliminazione del greco antico e in parte anche del latino dall’insegnamento scolastico secondario e alla sua drastica riduzione anche nell’insegnamento universitario. […]