Carriglio ha ben saputo tracciare quel ponte che unisce classico a contemporaneo dandogli con decisione i tratti della conquista del Diritto. (…) in uno spettacolo che ha saputo cercare nel paesaggio codificato dal mito quei segni che permettono di trovare le ragioni dell’ oggi.
Rassegna Stampa
Orestiade (Agamennone, Coefore, Eumenidi)
Un triangolo rettangolo, guarnito da quattro piani di finestroni che degradano ad arco simili a quelli d’un Colosseo piatto, ha il cateto alto 15 metri lambito da un enorme disco dorato, la base misura una quarantina di metri e l’ipotenusa seghettata da almeno settanta scalini va a scemare lì accanto ad un’alta cilindrica torre biancastra, come le pietre della cavea del teatro, accessibile attraverso una scala a chiocciola che giunge sino in cima come una spirale del DNA. La scena in perfetto bilanciamento prospettico si completa con un’ampia e bianca agorà che si dispiega all’inizio con varie file di scaloni, per chiudere infine la skené dalle fogge rotondeggianti accanto ad una fossa di sabbia raffigurante la tomba di Agamennone.
Se la mafia ha paura del teatro
Per non lasciare il principio legalitario nella sfera delle astrazioni, anzi per renderlo visibile agli occhi della comunità, l’istituto siracusano ha fornito produzioni di antiche statue di gesso a tutti i commercianti che hanno dichiarato di non pagare il pizzo. Queste statue, in effetti, hanno ornato il percorso verso il parco archeologico e verso il Teatro greco. Un bel segnale. Oltretutto, si univa alla lettura della frase con cui, al termine delle Eumenidi, un personaggio pubblico ribadiva la nuova alleanza tra comunità e legalità. Il primo lettore, il più autorevole e implicato, è stato il procuratore antimafia Pietro Grasso.
Omaggio della fondazione a Pasolini
Immagini inedite e documentari. Testimonianze e letture drammatiche per una giornata dedicata a “Pier Paolo Pasolini, poeta civile”. Con un convegno iniziatosi nella mattinata di ieri, la Fondazione Banco di Sicilia e la Fondazione INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico), hanno voluto celebrare l’autore della versione dell’Orestiade che dal 22 maggio è in scena al teatro greco.
Pasolini canzoni di vita
Attorno all’ Orestiade in scena al Teatro Greco di Siracusa fino al 22 giugno, evento ambientato e diretto da Pietro Carriglio per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, Pier Paolo Pasolini (è sua la traduzione della trilogia di Eschilo usata per lo spettacolo) si è scelto un buon posto nella cavea di pietra. Guarda. E riparla di sé. Si è espresso, al convegno internazionale a lui dedicato dalla città siciliana (Pier Paolo Pasolini poeta civile), nei molti modi che gli conosciamo: poeta, traduttore, regista, scrittore, saggista, polemista. Ma attraverso un contributo speciale della Siae, che il presidente dell’ente, Giorgio Assumma, ha portato a Siracusa, ci racconta tutto anche di un mondo a latere , noto solo agli amici e agli esegeti: quello di autore di testi per canzoni. Lui, usando il termine corrente, direbbe forse “paroliere”
Carriglio inventa una magica Orestea
Così Pietro Carriglio dà vita a Siracusa all’Orestea più ricca di magiche sollecitazioni che sia mai stata vista tra le rovine del Teatro Greco Il suo è un allestimento che, dalla compenetrazione di musica parlata e parola cantata, muta l’idea di fondare una scena riformatrice di questi nostri anni sospesi tra l’ansia del rinnovamento e la salvezza del nostro patrimonio storico.
L’Orestea tra Pasolini e i mali di Gomorra
Ebbene, al termine di «Eumenidi», la tragedia conclusiva della trilogia, uno spettatore (non a caso ha cominciato il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso) legge dalle gradinate un passo dello storico e grecista George Thomson sull’affermarsi della legalità. E questo attiene alla concezione del teatro come assemblea civile, cara a Carriglio a partire dalla sua messinscena di «Assassinio nella cattedrale» di Eliot.
Com’è eclettico l’Eschilo stile EUR
Carriglio dirige un sontuoso allestimento nella pregevole ancorché alleggerita traduzione di Pasolini e in due serate, con gran colpo d’occhio della sua scenografia tra Piacentini e De Chirico. (…) Clitennestra è macellata in scena, come in un dramma elisabettiano. Luca Lazzareschi, tutto in nero come Amleto, altro vindice di padre assassinato, sfoggia una concentrazione ammirevole. Successo.
Più idee che eroi nell’Eschilo di Carriglio
Carriglio trasforma il coro in popolo e, partendo da una convenzionalità di cori cantati – le belle musiche sono di Matteo D’Amico -, esalta la centralità del popolo stanco di guerra che chiede di poter far sentire la sua voce mentre il potere chiuso nel suo formalismo diventa bolso e infiacchito, come il re Agamennone vecchio eroe non eroe ben interpretato da Giulio Brogi, o vanesio, come l’Egisto di Luciano Roman. Clitennestra, l’intensa Galatea Ranzi, è un’anima persa, un essere che ha segnato il suo tempo di vendetta che tramonterà, nella seconda parte dell’Orestiade, con la nascita di una società che delega al diritto il compito di risolvere i conflitti.
Orestea Eschilo fa giustizia
Immaginate per l’opera tripartita con cui Eschilo vinse gli agoni tragici di Atene nel 458 a.C. (l’unica giunta fino a noi in forma completa), il palazzo della Civiltà e del Lavoro, nel cuore dell’Eur romano. Immaginate ancora che una saetta separi un largo brandello, in forma di triangolo rettangolo, dal resto dell’edificio. La base maggiore poggiata al suolo; fino al sole, una scalinata immane, candidissima. A fianco, un’alta torre cilindrica (citazione del Piacentini della Stazione Termini) si lascia percorrere da una scala in ampie spire, anch’essa bianca. 28.04.2008, Il Messaggero, articolo di Rita Sala
Eschilo ci guarda
Eschilo ci guarda Clitennestra, cui preme invece il compimento della vendetta sul figlio matricida, esalta le puzzolenti creature della Notte. Che, coreografate da Leda Lojodice, sono le vere primattrici della terza parte siracusana, anche quando, sull’Acropoli dove Oreste chiede protezione ad Atena, si “normalizzano”, convinte dalla dea (strepitosamente contemporanea e sganciata dal resto, la figlia di Zeus, garante di futuro, è Elisabetta Pozzi).
Intervista a Ferdinando Scianna
«Ignazio era corpo, trasmetteva grande energia Ce n’è voluta perché la morte lo facesse fuori».
Orestiade quel discorso sulla legalit
Fernando Balestra, sovrintendente dell’Istituto nazionale del dramma antico, anticipa particolari sull’allestimento della trilogia eschilea diretto da Pietro Carriglio e rilancia il ruolo della Fondazione.
Reparto tecnico tutto siracusano. Centanni, Carriglio e Balestra
Abbiamo inteso assegnare all’ultima stagione del mandato – ha detto Bufardeci – un grande compito per chiudere in bellezza, portando in scena la tragedia per eccellenza di Eschilo.
Eschilo secondo Pasolini
Il passaggio dalla vendetta alla giustizia. Dal buio alla luce della legge civile. Questa la chiave di lettura della trilogia di Eschilo che andrà in scena dall’8 maggio al 22 giugno al Teatro greco.
L’Inda emigra con Trachinie a Paestum dopo 70 anni
Dal Teatro greco aretuseo ai templi pestani, il mito di Trachinie riecheggerà in un altro luogo d’arte. Dopo quasi 70 anni la fondazione Inda torna in uno dei siti archeologici più suggestivi della Magna Grecia, per riproporre integralmente – ed è la prima volta – la tragedia che è stata protagonista della stagione 2007 delle Rappresentazioni classiche.
Malattia e-morte di Eracle una tragedia quasi moderna
Walter Pagliaro, teatrante rigoroso, gioca la carta del caso clinico ancestrale, e in una scena di rocce (di Giovanni Carluccio) che ricorda gli storici scenografi Cambellotti e Appia […] plasma una Deianira alienata in “desertboots” cui Micaela Esdra dà vitrea fissità, interlocutrice di portavoci barboni (Massimo Reale) o lacchè esotici (Luca Lazzareschi). All’ Eracle imputridito Paolo Graziosi infonde una gran rabbia terminale da malato di Hiv
Le tragedie nell’opinione di Masolino D’Amico
Nella lotta tra eroi e dei il mitico Eracle il vero vincitore
Luca De Fusco, sullo sfondo della reggia dorata di Antonio Fiorentino sormontata dalle fauci del Leone di Nemea, ha concepito Eracle come una moderna inchiesta sulla follia e sul potere.
Al Teatro greco di Siracusa Ercole sembra un cinekolossal
Una poderosa macchina teatrale che va diritta al gusto plateale di un pubblico che affolla le gradinate […] uno spettacolo che nel suo procedere spedito, tende più al kolossal cinematografico.
Sofocle riletto come un dramma borghese
Uno spettacolo che cerca di rompere, di “violentare” ogni convenzione di limpidezza classica ed entrare, sfiorando il dramma borghese…
Trachinie per la vendetta di Deianira una tragedia dai toni quasi borghesi
Vai a raccontarli, al popolo del family day, i funesti presagi di Deianira giovinetta sul matrimonio, suffragati poi dalla realtà, con quell’Eracle che, povera lei, parte e ritorna, e poi riparte ancora. E che stavolta ha portato con sé anche la donna che ha fatto schiava solo per averla concubina.
Intervista al sovrintendente Fernando Balestra
Comincia una nuova era per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico. La terza, quella «industriale». Ne è convinto il suo soprintendente Fernando Balestra…
Trachinie ed Eracle ecco Siracusa 2007
Primi contatti, prime ipotesi di regia e primi approcci con gli attori per la formazione dei cast. I nomi sono conosciuti e apprezzati: Antonino Calenda, Piero Maccarinelli, Lorenzo Amato – una new entry il figlio (già attore) di Giuliano Amato. Si è tornati a parlare di Irene Papas. Molto probabile la rappresentazione dell’Ottavia di Seneca a Palazzolo Acreide.
Stagione Inda 2007 all’insegna del mito di Eracle
Il mito di Eracle verrà riproposto nel XLIII Ciclo delle Rappresentazioni Classiche che si terranno nel 2007 al Teatro Greco di Siracusa. Il consiglio direttivo della Fondazione INDA ha, infatti, deciso che saranno rappresentate le tragedie Eracle di Euripide e Le Trachinie di Sofocle.
Il secondo appuntamento di Siracusa regala una splendida Pozzi in Ecuba
C’è un tizzone anche stavolta, sulla scena, come nelle Troiane dell’altra sera, un nuovo tizzone, ma uno soltanto: è il tronco annerito di un grosso albero. E, appoggiato all’albero-tizzone, simbolicamente, un bastone da passeggio da anziana signora. Ecco Ecuba.
Elzeviro le Troiane di Siracusa il dopoguerra di Euripide
Quasi duemilacinquecento anni sono passati, l’emozione è la stessa. Mai, come oggi, le due tragedie sono state così attuali. Poco importa che i personaggi siano mitici, che le storie siano collocate in un mondo lontano: così voleva la regola della “distanza tragica”.
Teatro: a Siracusa duello d’attrici per Ecuba
Sarà anche un duello artistico fra due delle più quotate attrici italiane il quarantaduesimo Ciclo di Spettacoli Classici di Siracusa. Elisabetta Pozzi sarà Ecuba nel testo così intitolato. Lucilla Morlacchi interpreterà lo stesso personaggio nelle Troiane
Teatro Greco in moto la macchina Inda operai al lavoro per allestire le scene
Si è messa in moto la macchina organizzativa dell’INDA: il Teatro Greco è già cantiere a cielo aperto, […] deserto di sabbia per Ecuba, e ancora sabbia lavica nella desolazione del campo di combattimento dopo la battaglia per le Troiane.