Sarà anche un duello artistico fra due delle più quotate attrici italiane il quarantaduesimo Ciclo di Spettacoli Classici di Siracusa. Elisabetta Pozzi sarà Ecuba nel testo così intitolato. Lucilla Morlacchi interpreterà lo stesso personaggio nelle Troiane. […] La Pozzi è unanimemente considerata una delle due o tre più grandi interpreti della sua generazione (quella che lambisce i cinquanta anni). La Morlacchi, dopo 50 anni di carriera, aveva deciso di ritirarsi dalle scene qualche mese fa; ma poi è giunto l’invito amichevolmente pressante del direttore artistico di Siracusa, Fernando Balestra.
Così dall’11 maggio al 25 giugno, a sere alterne, si racconterà ancora una volta la grande storia della fine della guerra di Troia e della durissima sorte delle donne troiane. Sarà una nuova occasione per riempire di pubblico il grande catino di pietra, che ogni estate, nell’arco di 40 recite, accoglie centomila spettatori.
Un tuffo in quell’antichità (fisica e spirituale), dalla quale ci giunge un monito ancora attuale contro la guerra.
Massimo Castri, che ha già affrontato Euripide più volte […] dirigerà Elisabetta Pozzi; mentre Troiane sarà firmata da Mario Gas, regista spagnolo nuovo ai palcoscenici italiani, ma accreditato come direttore del Teatro di Madrid.
Presentando i due spettacoli, insieme ai registi e a molti degli interpreti, il sindaco di Siracusa, che è anche Presidente dell’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) ha ricordato che la sua città è stata dichiarata di recente “Patrimonio dell’Umanità”. Un patrimonio che appartiene a tutti, all’Italia e al mondo, tutelato dall’Unesco. Un traguardo ambito e un onore, che catapulta la patria di Archimede nell’Olimpo delle città simbolo della cultura, della storia, dell’architettura e dell’ambiente.
Particolarmente attesa è la prova dell’accoppiata Pozzi-Castri (Sergio Romano sarà Polimestore, i costumi sono di Maurizio Balò). Il regista ne ha parlato quasi con timore, fatto sorprendente per un veterano del palcoscenico come lui. “E’ la prima volta a Siracusa – ha detto. Ho bisogno di capire, prima di tutto, lo straordinario rapporto fra lo spazio immenso del Teatro Greco e la comunicazione quasi intima che impone la tragedia Ecuba, che per me è un ‘piccolo’ testo quasi naturalistico”.
Ecuba si svolge quando la città di Troia è già caduta. La regina, moglie del re Priamo e le altre donne di Ilio sono state ridotte in schiavitù di Greci vincitori. Venti contrari impediscono, tuttavia, i ritorno in patria della flotta achea. Per assicurare il ritorno in patria, Achille pretende il sacrificio di Polissena, figlia di Ecuba. Pur essendo ancora all’oscuro dei fatti, Ecuba presagisce in sogno le sofferenze dei suoi figli, come racconta lei stessa uscendo dalla tenda di Agamennone; ed è il Coro delle prigioniere troiane a confermare le sue sensazioni, annunciando alla regina il sacrificio di Polissena deliberato dai Greci.
Troiane racconta, invece, quel che è accaduto immediatamente prima. […] In scena non solo Ecuba, ma anche le principesse Elena (Giovanna Di Rauso), Andromaca (Angela Demattè) e Atena (Rossana Giordano).