C’È più “Sud side story” che Aristofane in questi “Uccelli” manipolati da una delle più folli e personali regie di Roberta Torre. La regista, infatti, non ha certo avuto timore reverenziale del Teatro greco di Siracusa se è vero che, nell’ ordine, Evelpide (Sergio Mancinelli) si muove e parla come una macchietta gay, l’ Upupa (Rocco Castrocielo) entra, diciamo così, sculettando a marcia indietro, l’ Usignolo (Elena Polic Greco) azzarda addirittura l’ aria della Regina della notte del “Flauto magico”, e una fatalona sexy, giusto per ammiccare alle cronache, si professa consigliera regionale. Benvenuti a Castellinaria, la città degli uccelli che lo scaltro Pisetero (un bravo Mauro Avogadro) vede come un paradiso fiscale dove inventare il racket dei sacrifici, ovvero il pizzo sui fumi che salgono verso il cielo dell’ Olimpo. La regia della Torre si diverte a dissacrare, a stravolgere a esagerare, a caricaturizzare, tesa com’ è verso la giocosità assoluta, la levità, lo stupore ad ogni costo. Ne viene fuori una sarabanda colorata, grazie anche ai fantasiosi costumi di Roberto Crea, che ricorda i suoi primi film, un’ ubriachezza collettiva da fare invidia alle “Baccanti” e che consegna un Aristofane più ridanciano e più fanciullesco. E il pubblico, specie quello delle scolaresche, ride felice.
Mario Di Caro
Sabato 26 maggio Repubblica – Palermo