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Presentato alla Bit il XLVI ciclo di rappresentazioni classiche

da | Mar 2, 2010

Fondazione Inda, “una gemma preziosa che esporta da sud verso nord un nuovo modello di impresa culturale”
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Milano, 20 febbraio 2010 – Il XLVI ciclo di rappresentazioni classiche è stato  presentato alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano. Nella Sala Gialla dello stand della Regione Siciliana il presidente della Fondazione Inda, Roberto Visentin, ed il sovrintendente dell’Istituto, Fernando Balestra, hanno illustrato alla stampa nazionale ed estera  la nuova stagione della Fondazione Inda che lo scorso anno  ha fatto registrare 150 mila spettatori paganti in 38 repliche.

“Siamo fortemente determinati a migliorare il record dello scorso anno – ha dichiarato Roberto Visentin – ma la Fondazione Inda allarga i suoi orizzonti diventando occasione di promozione di Siracusa in tutto il mondo. La strada maestra rimane quella del turismo culturale, che nelle Rappresentazioni Classiche della Fondazione Inda ha una delle sue espressioni più qualificanti”.

“Sono i numeri a parlare per la Fondazione – ha detto Fernando Balestra, sovrintendente dell’Inda – a cominciare dai 400 occupati e dai 250 mila studenti delle scuole medie inferiori e superiori che fanno parte della rete di attività dell’Istituto. L’Inda è soprattutto un’azienda che ha bilanci in attivo, esporta un modello culturale unico basato sulla divulgazione del pensiero classico nel mondo, ma che si impone anche per l’alta professionalità dei suoi collaboratori. E dove c’è professionalità non può esserci spazio per l’illegalità”.

Balestra ha ribadito che le attività dell’Inda non si esauriscono con le rappresentazioni classiche in programma nello spazio scenico del teatro greco di Siracusa. Già il 18 e 19 marzo prossimi, l’hotel Molino Stucky di Venezia ospiterà  il convegno internazionale dal titolo “Le ragioni della follia. La vergogna e la colpa”, iniziativa di indubbio valore scientifico che ha trovato il giusto sostegno nelle grandi catene alberghiere internazionali Hilton e Caltagirone. Luciano Canfora, Edoardo Sanguineti, Bruno Cagli, Maria Grazia Ciani e Louis Godart, solo per citarne alcuni, si confronteranno sul tema che accomuna Fedra di Euripide e Aiace di Sofocle, le due tragedie in cartellone quest’anno dall’8 maggio al 20 giugno.

“Crediamo molto nel coinvolgimento delle scuole e quest’anno contiamo di aumentare di almeno 20 mila presenze i contatti con gli studenti coinvolti nei laboratori permanenti nelle più grandi città italiane – ha aggiunto il sovrintendente dell’Inda – in un progetto che cammina parallelo con la strategia di collaborazione con le più importanti città d’arte italiane e straniere nel segno della divulgazione del pensiero classico nel mondo. In cantiere poi una collaborazione tra l’Istituto e il teatro fondato ad Atene da Irene Papas che vede coinvolto il ministero greco per la cultura. La Fondazione Inda, insomma è un marchio di esportazione culturale di livello mondiale che gode della collaborazione di sponsor tecnici all’altezza come Erg”.

I registi Daniele Salvo, emiliano, e Carmelo Rifici, di origini messinesi, dirigeranno rispettivamente Aiace, interpretato da Maurizio Donadoni, e Fedra, con Elisabetta Pozzi.

“Non è facilmente descrivibile – ha detto Daniele Salvo, alla sua seconda prova a Siracusa – l’emozione che si prova non appena si arriva al teatro greco. Qualcosa di magico ti avvolge e ti immerge in un’atmosfera che non ha eguali in nessun’altra parte del mondo. Lavorare per questo progetto è per me un grande regalo che mi servirà per la mia crescita professionale e individuale”.

“Per me che sono nato in un’isola dalle mille sfaccettature, come la Sicilia, – ha aggiunto Carmelo Rifici – è un grande onore calcare queste scene millenarie. E’ un debutto fra i più emozionanti della mia vita in cui spero di mettere a frutto tutta l’esperienza accumulata nei dieci anni di impegno al Piccolo di Milano. In questa occasione dirigerò per la quarta volta Elisabetta Pozzi con cui abbiamo maturato un grande affiatamento artistico che ci metterà nelle condizioni di dare il meglio al pubblico che segue con entusiasmo le tragedie di Siracusa”.

Presente alla conferenza stampa di presentazione della stagione dell’Inda l’architetto spagnolo Jordi Garcès, progettista dell’impianto scenico di Aiace e Fedra che ha anticipato il concetto di teatro antico come luogo geografico unico senza divisioni tra spazio scenico ed il “rudere”.

“Il teatro in un luogo antico è un rudere solenne e bello che si utilizza per lo stesso scopo per cui fu costruito – ha detto Garcès -. La scenografia deve rispondere a questa situazione gloriosamente anacronistica con un’attitudine astratta che possa sommarsi al carattere di rudere del luogo inteso come spazio geografico in cui il contesto e il pubblico sono parte intrinseca dell’insieme. La scenografia ha questo magico compito unificatore. Elementi puri e immutabili, mura, sabbia, mare, casa, sangue, palazzo… più che artefatti scenici – ha concluso il famoso architetto spagnolo – devono permettere il ritorno trionfale di Aiace, Fedra, Ippolito, Ulisse, Atena, Artemide, Afrodite”.

Hanno sottolineato l’importanza del “marchio” Inda anche il capogruppo del Pdl alla Camera nella commissione cultura, Fabio Granata, gli assessori al Turismo e all’Agricoltura della Regione Siciliana, Nino Strano e Titti Bufardeci.

“Arte, cultura e un solido percorso teso a valorizzare le bellezze della nostra Isola – ha esordito Nino Strano. A Siracusa, grazie anche al grande contributo dell’Inda, accade tutto questo e non posso che essere orgoglioso di presentare a Milano una tradizione consolidata che si basa anche sul sostegno di un pubblico più che affezionato ed entusiasta che ogni anno assiste alle rappresentazioni classiche”.

Per Granata, l’Inda organizza una delle tre o quattro manifestazioni culturali più importanti in Italia, “un fatto straordinario documentato dai 150 mila spettatori del 2009 che da sole valgono l’intera stagione di dieci teatri stabili”.

L’ex sindaco di Siracusa, Bufardeci ha parlato di Fondazione Inda come di “una gemma perché oltre ad utilizzare un teatro antico unico e prestigioso, rappresenta una eccellenza in campo culturale e di ritorno in termini turistici”.

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