Oltre alla messa in scena dell’Orestiade di Eschilo al Teatro Greco di Siracusa nella traduzione di P.P. Pasolini e per la regia di Pietro Carriglio, la stagione INDA 2008 ha siglato la produzione di uno spettacolo itinerante: Canti e Suoni dall’Orestiade, nato da un’idea di Fernando Balestra e progettato come sintesi e riscrittura teatrale della trilogia eschilea capace di esaltare la scuola siracusana del coro tragico. Abbiamo intervistato Tatiana Alescio, che ne ha curato l’elaborazione e l’allestimento, con il coordinamento musicale di Simonetta Cartia.
Anno: 2008
La regia di Medea per il XLV Ciclo di Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa sarà firmata dal regista polacco Krzysztof Zanussi, intellettuale, scrittore, regista cinematografico e teatrale di straordinaria profondità di pensiero. Zanussi dirigerà l’attrice Elisabetta Pozzi, interprete nel ruolo di Medea.
Edipo sarà interpretato da Giorgio Albertazzi. Elisabetta Pozzi sarà Medea, per la regia di Krzystof Zanussi. Ma non solo. La stagione 2009 prevede uno spettacolo itinerante, Le Supplici di Eschilo, in unità tematica con gli altri due drammi.
Nel segno dello straniero Edipo, della barbara Medea, delle Danaidi supplici sugli altari di Argo, non ha luogo solo un progetto di allestimento teatrale ma anche e soprattutto un percorso di riflessione, un “viaggio” che parta proprio da Siracusa e dalla Sicilia, terra di frontiera del Mediterraneo.
La Fondazione ricerca figure professionali da inserire nella propria pianta organica.
La Fondazione INDA torna al lavoro dopo i successi riscossi durante la stagione 2008 e la tournée estiva a Tuscolo e a Paestum. Il Sovrintendente e il Cda stanno valutando, tra una rosa di proposte, i titoli da scegliere per le prossime stagioni teatrali.
Ringraziamo quanti hanno seguito con interesse ed entusiasmo le attività della Fondazione e i visitatori del nostro sito web che, con le loro mail ricche di suggerimenti, critiche o consensi, offrono quotidianamente occasioni di riflessione e di approfondimento.
Le attività della Fondazione saranno avviate regolarmente a settembre, dopo la pausa estiva, con la programmazione della stagione 2009, dei convegni, della XV edizione del Festival e molte altre iniziative culturali.
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Solo 500 i posti a sedere, una straordinaria scenografia che si inserisce sull’erba per dare spazio alle 48 spettacolari colonne del tempio di Poseidone. Torna in scena la grande tragedia classica tra le rovine maestose del tempio di Paestum. (..)Viaggio tremendo e bellissimo che a distanza di 2500 anni ancora turba le coscienze degli spettatori portandoli in un universo crudele e meraviglioso.
In trasferta la Siracusa classica fondazione Inda la forza del coro in uno spettacolo di suggestioni davanti al tempio di Poseidone
Uno spettacolo di grande rilievo – commenta il sovrintendente Fernando Balestra – che per la prima volta esalta la specificità siracusana della messinscena tragica costituita dal punto di vista emozionale e drammaturgico, sulla forza espressiva del Coro, portatore di musiche, parole e gesti.
Gli spettacoli Inda affascinano Tuscolo
Nell’antico e suggestivo teatro alle porte di Roma messi in scena con successo i «Canti e suoni dall’Orestiade». Tra il pubblico, che ha applaudito, ammirato, la messinscena dell’Inda, nella piccola cavea, anche la nipote di Pier Paolo Pasolini, Graziella Chiarcossi e lo scrittore Vincenzo Cerami.
In occasione della stagione 2008, con la messa in scena dell’intera Orestiade di Eschilo per la regia di Pietro Carriglio, il sito ufficiale della Fondazione INDA ha dedicato al tema saggi e approfondimenti curati da professionisti del settore e studiosi di teatro antico.
Ne riportiamo il sommario con una breve sintesi,così da offrire ai visitatori di indafondazione.it e al pubblico di appassionati di teatro antico che seguono annualmente le attività della Fondazione, la possibilià di proseguire, anche al termine della stagione teatrale, percorsi di riflessione e ricerca relativi alle tragedie rappresentate quest’anno al Teatro Greco di Siracusa.In occasione della stagione 2008, con la messa in scena dell’intera Orestiade di Eschilo per la regia di Pietro Carriglio, il sito ufficiale della Fondazione INDA ha dedicato al tema saggi e approfondimenti curati da professionisti del settore e studiosi di teatro antico.
Ne riportiamo il sommario con una breve sintesi, così da offrire ai visitatori di demo.resetstudio.it/indafondazione.it e al pubblico di appassionati di teatro antico che seguono annualmente le attività della Fondazione, la possibilità di proseguire, anche al termine della stagione teatrale, percorsi di riflessione e ricerca relativi alle tragedie rappresentate quest’anno al Teatro Greco di Siracusa.
Sulla scia del successo riscosso a Paestum, l’INDA va in scena a Tuscolo il 12 e il 13 luglio con lo spettacolo, “Canti e suoni dall’Orestiade“, un viaggio attraverso i cori della monumentale trilogia eschilea.
Sono 130.00 gli spettatori al Teatro Greco di Siacusa per questa Orestiade 2008 siglata INDA e il tutto esaurito si è registrato anche nelle due serate di tournée a Paestum, con una suggestiva messinscena della trilogia dinanzi al tempio di Poseidone.
Diritto e legge: le ragioni d’oggi nel mito
Carriglio ha ben saputo tracciare quel ponte che unisce classico a contemporaneo dandogli con decisione i tratti della conquista del Diritto. (…) in uno spettacolo che ha saputo cercare nel paesaggio codificato dal mito quei segni che permettono di trovare le ragioni dell’ oggi.
La trilogia di Eschilo per difendere la legalità
L’arcaica vendetta e il più elevato concetto di Giustizia rivivono a Siracusa tre capolavori della tragedia. Tornano a rivestirsi di folla, soprattutto di una folla di giovani studenti, gli alti e immensi spalti del Teatro Greco di Siracusa per gli spettacoli classici dell’INDA, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico. E rivive quest’anno nella sua interezza l’Orestea di Eschilo
Orestiade (Agamennone, Coefore, Eumenidi)
Un triangolo rettangolo, guarnito da quattro piani di finestroni che degradano ad arco simili a quelli d’un Colosseo piatto, ha il cateto alto 15 metri lambito da un enorme disco dorato, la base misura una quarantina di metri e l’ipotenusa seghettata da almeno settanta scalini va a scemare lì accanto ad un’alta cilindrica torre biancastra, come le pietre della cavea del teatro, accessibile attraverso una scala a chiocciola che giunge sino in cima come una spirale del DNA. La scena in perfetto bilanciamento prospettico si completa con un’ampia e bianca agorà che si dispiega all’inizio con varie file di scaloni, per chiudere infine la skené dalle fogge rotondeggianti accanto ad una fossa di sabbia raffigurante la tomba di Agamennone.
Omaggio della fondazione a Pasolini
Immagini inedite e documentari. Testimonianze e letture drammatiche per una giornata dedicata a “Pier Paolo Pasolini, poeta civile”. Con un convegno iniziatosi nella mattinata di ieri, la Fondazione Banco di Sicilia e la Fondazione INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico), hanno voluto celebrare l’autore della versione dell’Orestiade che dal 22 maggio è in scena al teatro greco.
L’Orestea tra Pasolini e i mali di Gomorra
Ebbene, al termine di «Eumenidi», la tragedia conclusiva della trilogia, uno spettatore (non a caso ha cominciato il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso) legge dalle gradinate un passo dello storico e grecista George Thomson sull’affermarsi della legalità. E questo attiene alla concezione del teatro come assemblea civile, cara a Carriglio a partire dalla sua messinscena di «Assassinio nella cattedrale» di Eliot.
Pasolini canzoni di vita
Attorno all’ Orestiade in scena al Teatro Greco di Siracusa fino al 22 giugno, evento ambientato e diretto da Pietro Carriglio per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, Pier Paolo Pasolini (è sua la traduzione della trilogia di Eschilo usata per lo spettacolo) si è scelto un buon posto nella cavea di pietra. Guarda. E riparla di sé. Si è espresso, al convegno internazionale a lui dedicato dalla città siciliana (Pier Paolo Pasolini poeta civile), nei molti modi che gli conosciamo: poeta, traduttore, regista, scrittore, saggista, polemista. Ma attraverso un contributo speciale della Siae, che il presidente dell’ente, Giorgio Assumma, ha portato a Siracusa, ci racconta tutto anche di un mondo a latere , noto solo agli amici e agli esegeti: quello di autore di testi per canzoni. Lui, usando il termine corrente, direbbe forse “paroliere”
Se la mafia ha paura del teatro
Per non lasciare il principio legalitario nella sfera delle astrazioni, anzi per renderlo visibile agli occhi della comunità, l’istituto siracusano ha fornito produzioni di antiche statue di gesso a tutti i commercianti che hanno dichiarato di non pagare il pizzo. Queste statue, in effetti, hanno ornato il percorso verso il parco archeologico e verso il Teatro greco. Un bel segnale. Oltretutto, si univa alla lettura della frase con cui, al termine delle Eumenidi, un personaggio pubblico ribadiva la nuova alleanza tra comunità e legalità. Il primo lettore, il più autorevole e implicato, è stato il procuratore antimafia Pietro Grasso.
Carriglio inventa una magica Orestea
Così Pietro Carriglio dà vita a Siracusa all’Orestea più ricca di magiche sollecitazioni che sia mai stata vista tra le rovine del Teatro Greco Il suo è un allestimento che, dalla compenetrazione di musica parlata e parola cantata, muta l’idea di fondare una scena riformatrice di questi nostri anni sospesi tra l’ansia del rinnovamento e la salvezza del nostro patrimonio storico.
In occasione del XLIV Ciclo di Spettacoli Classici, è stato conferito al regista Pietro Carriglio il premio Eschilo d’Oro alla carriera. Il premio Eschilo d’Oro 2008 è stato conferito a tre attori di straordinario rilievo, che in questi anni hanno “segnato” con le loro interpretazioni del dramma antico la storia della scena siracusana: Luca Lazzareschi, Elisabetta Pozzi, Galatea Ranzi.
A Ilaria Genatiempo è stato conferito il Premio Stampa Teatro 2008.
Anche quest’anno, il Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani si è concluso con la soddisfazione delle scuole partecipanti e dei giovani presenti sia in veste di attori che di spettatori attenti. Abbiamo voluto dedicare al Festival un resoconto particolare, curato proprio da una studentessa, perché sia la voce di un giovane a “raccontare” il dinamismo e la vitalità di due tra questi giorni un po’ magici in cui i gruppi scolastici si sono sfidati nella messinscena del dramma antico al Teatro Greco di Palazzolo Acreide.
LA PIRRERA. CIRCUITO DEI TEATRI DI PIETRA
Convegno “P.P. Pasolini, poeta civile” 26 maggio, Palazzo Greco
Una giornata di studi, proiezioni, testimonianze e letture drammatiche dedicata a Pier Paolo Pasolini promossa da La Fondazione Banco di Sicilia e...
Com’è eclettico l’Eschilo stile EUR
Carriglio dirige un sontuoso allestimento nella pregevole ancorché alleggerita traduzione di Pasolini e in due serate, con gran colpo d’occhio della sua scenografia tra Piacentini e De Chirico. (…) Clitennestra è macellata in scena, come in un dramma elisabettiano. Luca Lazzareschi, tutto in nero come Amleto, altro vindice di padre assassinato, sfoggia una concentrazione ammirevole. Successo.
Più idee che eroi nell’Eschilo di Carriglio
Carriglio trasforma il coro in popolo e, partendo da una convenzionalità di cori cantati – le belle musiche sono di Matteo D’Amico -, esalta la centralità del popolo stanco di guerra che chiede di poter far sentire la sua voce mentre il potere chiuso nel suo formalismo diventa bolso e infiacchito, come il re Agamennone vecchio eroe non eroe ben interpretato da Giulio Brogi, o vanesio, come l’Egisto di Luciano Roman. Clitennestra, l’intensa Galatea Ranzi, è un’anima persa, un essere che ha segnato il suo tempo di vendetta che tramonterà, nella seconda parte dell’Orestiade, con la nascita di una società che delega al diritto il compito di risolvere i conflitti.
Eschilo ci guarda
Eschilo ci guarda Clitennestra, cui preme invece il compimento della vendetta sul figlio matricida, esalta le puzzolenti creature della Notte. Che, coreografate da Leda Lojodice, sono le vere primattrici della terza parte siracusana, anche quando, sull’Acropoli dove Oreste chiede protezione ad Atena, si “normalizzano”, convinte dalla dea (strepitosamente contemporanea e sganciata dal resto, la figlia di Zeus, garante di futuro, è Elisabetta Pozzi).
Orestea Eschilo fa giustizia
Immaginate per l’opera tripartita con cui Eschilo vinse gli agoni tragici di Atene nel 458 a.C. (l’unica giunta fino a noi in forma completa), il palazzo della Civiltà e del Lavoro, nel cuore dell’Eur romano. Immaginate ancora che una saetta separi un largo brandello, in forma di triangolo rettangolo, dal resto dell’edificio. La base maggiore poggiata al suolo; fino al sole, una scalinata immane, candidissima. A fianco, un’alta torre cilindrica (citazione del Piacentini della Stazione Termini) si lascia percorrere da una scala in ampie spire, anch’essa bianca. 28.04.2008, Il Messaggero, articolo di Rita Sala
I giovani, assoluti protagonisti dell’iniziativa, saranno contemporaneamente attori e spettatori: i gruppi teatrali, a turno, metteranno in scena drammi antichi o adattamenti e rivisitazioni di miti e temi classici e assisteranno alla rappresentazione delle opere incluse nel calendario del festival.
Intervista a Ferdinando Scianna
«Ignazio era corpo, trasmetteva grande energia Ce n’è voluta perché la morte lo facesse fuori».